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ANNA
Progetto che si compone in spettacolo, prevede la realizzazione di video e performances che sono parte integrante del percorso; lo stesso spettacolo è concepito come opera “aperta”.
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Nello “studio I”, “maternità” per “ANNA”, non è un caso riemergano alcuni nodi “personali” che si legano alle strutture sociali più profonde. Del resto, come per associazione si ritrovano gli elementi di discorsi già pronunciati, ora forse incarnati, come nelle parole: “… Perché stanno ridendo? Per cosa? Sento quasi la puzza familiare del latte bruciato. Come se qualcuno mi volesse fregare: rilassati, sei al sicuro! …” e più avanti: “…Perché le madri endogonidiche ridono? E perché sento la puzza del bruciato, della fregatura, dell’odore sempre bianco del borotalco, della presenza della morte? Perché questa duplicità, questo stare all’erta e l’impossibilità all’abbandono materno?”. Nei villaggi della Serbia Centrale, più precisamente nella zona di Zlatibor (nome della montagna che in italiano suonerebbe “Pino Dorato”), si conserva la tradizione della Planinka, figura femminile che sola possiede la chiave delle stanze ove si raccoglie il latte per la lavorazione casearia, di cui ella stessa si occupa in solitudine.
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Figura: Tihana Maravic
Anteprima:
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Studio II: coppia
(video)
Nello “studio II”, “coppia” per “ANNA”, la quotidianità della coppia viene ripresa nell'eterno ritorno di un interno domestico, con uno sguardo particolare e un'amplificazione a partire da alcuni riti, dalla tavola apparecchiata, dalle foto ricordo, dalla valenza fàtica del dialogo.
con: Marco Fasan e Federica Farinazzo
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Nello “studio III”, “morte” per “ANNA”, una scultura vestito di piume e una crinolina sono i poli tra cui si muove la figura, danz-attrice. Vita convenzionale, prigione più o meno dorata della femminilità, e libertà, psichica, fisica, intellettuale, sogno ... ma la realtà offre spazi di risignificazione sociale? Non secondo Tolstoj. Parole da Anna Karenina accompagnano l'azione, testo scrittura che circoscrive su un altro livello il movimento. Figura:
Martina Marini
Ideazione: Nazario Zambaldi
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In
collaborazione con:
L'opera “Federdenkleid” (abito piumato) dalla mostra “Filosofe. Le amanti della saggezza” (Agentur für angewandte Ethik und Philosophie, Berlin - Stuttgart)
con il contributo:
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Venerdì, 23 maggio 2008, ore 20 Museo della donna “Evelyn Ortner” Portici, 68 - Merano reading con Tihana Maravic In occasione dell’ esposizione “1000 donne per la pace” A seguire proiezione del film “1000 donne e un sogno” e incontro dibattito con l'autrice del film Gabriela Neuhaus (CH). ANNA (Studio I, maternità) video con Tihana Maravic Presentato il 3 novembre 2007 a Sarajevo, Teatro Prvi Maj ANNA (Studio II, coppia) video con Federica Farinazzo e Marco Fasan ANNA (Studio III, morte) video con Martina Marini e Tihana Maravic In collaborazione con Merano Arte e Museo della donna Video: studio I, Nazario Zambaldi; studio II, Nazario Zambaldi, Alessio Kogoj; studio III, Christian Martinelli Foto: Martina Dandolo.
Venerdì 30 maggio 2008, ore 20 e 30 Merano arte kunst Meran Portici, 163 - Merano Venerdì 20, sabato 21, domenica 22 giugno, ore 21 Villa Aldrovandi Mazzacorati, Teatro settecentesco 1763 Via Toscana, 19 - Bologna Presentazione presso Merano arte in occasione della mostra “Vote for Women” Repliche a Bologna per la rassegna di teatro contemporaneo “perAspera” Progetto spettacolo che tematizza la femminilità e la problematicità della condizione femminile tra modelli sociali e familiari. Liberamente ispirato a Anna Karenina di L. N. Tolstoj. Anna (Anna Karenina): Soledad Rivas Marito (Stepan Arkad'evič Oblonskij): Alessio Kogoj Imene (dea tutelare delle unioni coniugali): Tihana Maravic Eros (demone): Mohammed Al Masmoudi Bigliettaia: Vania Stefanucci Custode: Andrea Alessandro La Bozzetta Direzione di scena: Klaus Saccardo Suoni: Raffael Virgadaula Aiuto regia: Tihana Maravic Ideazione e regia: Nazario Zambaldi con la partecipazione di: Claudia Bellasi (la monella) Jordi Beltramo (l’operaio) Julia Semina (l’attrice) Produzione: Teatro Pratiko, associazione culturale Si ringrazia per la collaborazione: Associazione Piccoli Cantori, Merano 1978 – 2008 Legge 22 maggio 1978 n. 194 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 140 del 22 maggio 1978) ovvero normativa PER LA TUTELA SOCIALE DELLA MATERNITA'
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"Da trentacinque anni presso carta vecchia. Un
pomeriggio i macellai del Macello mi portarono un camion pieno di carte
insanguinate e cartoni sanguinolenti, intere cassette di carta che io non
lo sopportavo, perchè quella carta mandava un profumo dolce e io ero
sempre insanguinato come un grembiule di macellaio. Per difesa, nel primo
pacco inserii aperto l'Elogio della pazzia di Erasmo, nel secondo
pacco deposi pianamente il Don Carlos di Schiller e nel terzo
pacco, affinché anche la parola si facesse carne insanguinata, aprii l'Ecce
Homo di Friedrich Nietzsche. E lavoravo dentro un incessante sciame e
nube di mosche carnarie, quelle terribili mosche portate dai macellai del
mattatoio, e nuvole di mosche carnarie turbinavano con folle ronzio e mi
colpivano il volto come grandine". “Rumorosa solitudine”
Museo delle macchine da scrivere Peter Mitterhofer,
Parcines documentazione video: Lino Signorato
Immagine: "Die Schreibkugel", danese Malling Hamsen (1867) macchina da scrivere di Friedrich Nietzsche
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momo
laboratorio teatrale per bambine e bambini della scuola elementare sul tema “tempo” incontri settimanali di due ore evento spettacolo finale
a cura di Nazario Zambaldi
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animale seminario Bologna, Accademia di Belle Arti, teatro sabato 10, 17, 24, 31 maggio 2008 orario: 9 e 30 - 12 anima: - C.S.O.: ipotesi per ritrovare Artaud - angelanimal male: - traiettorie sublimi per Bataille - estasi I quattro incontri tra aprile e maggio 2008 sono pensati come incontri di ricerca azione ove l’intervento teorico sfuma nell’esperienza applicata, al fine di derivare riflessioni, in un processo senza soluzione di continuità. Il seminario intende divenire prassi di ricerca, ipotesi didattica non nel senso puramente riproduttivo, bensì poietico, vitale, le cui conclusioni non sono mai contenute semplicemente nelle premesse. Artaud e Bataille, attraversando l’esperienza del Surrealismo, che pure si può dire il fenomeno più rilevante sul piano culturale artistico nel novecento occidentale, se ne distaccano, dichiarando nella propria parabola esistenziale una riduzione impossibile al limite, che si tratti dei limiti di un movimento, involuto in regole o dogmi, o di una soggettivazione, intesa come chiusura nel soggetto e nei suoi jeux de veritè (“giochi di verità”, secondo la dizione di Michel Foucault). Seminario realizzato in collaborazione con il corso di Fenomenologia delle arti contemporanee www.accademiabelleartibologna.it
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